PTSD E COVID-19
20 Marzo 2021LAVORARE SULLE SCALE SI PUÒ?
26 Marzo 2021È una delle domande che ci si pone dall’inizio della pandemia.
Con il COVID-19 sono iniziate una serie di forti restrizioni che hanno rivoluzionato il nostro stile di vita.
La chiusura delle scuole, dei negozi, locali, e successivamente delle aziende sono solo alcune delle conseguenze di questo contagioso virus.
Tuttavia, siamo riusciti a trovare un modo per adattarci.
Un esempio è rappresentato dalla nuova forma di organizzazione del lavoro: lo smartworking (il lavoro da casa).
Tale approccio al lavoro, incentivato purtroppo dalla chiusura forzata delle imprese, ha permesso ad un numero sempre più elevato di persone di poter lavorare da casa.
Da una prima analisi, questo fermo generale delle aziende ha generato un minore spostamento di persone, e ad una conseguente riduzione dei mezzi di trasporto.
Minore circolazione di mezzi e chiusura delle aziende, in altri termini minore inquinamento.
Non è andata proprio così.
Attraverso lo studio di una delle aree più colpite dalla pandemia, Il Bacino Padano, è stato dimostrato come questa percezione non corrisponda alla realtà.
Il progetto Life Prepair, che studia la qualità dell’aria del Bacino Padano dal 2017, con l’intento di realizzare azioni per migliorarne le condizioni nel rispetto della normativa europea e nazionale, ha pubblicato una serie di rapporti che evidenziano gli effetti delle misure attuate per fronteggiare l’epidemia.
I primi due hanno effettivamente evidenziato una riduzione di alcuni inquinanti nell’area del bacino padano, prodotti da attività industriali, traffico, come ad esempio gli ossidi di azoto (NOx, sono diminuiti, ma rimasti presenti) ed i PM10 (il particolato avente diametro minore di 10 micrometri). Gli ossidi di azoto, insieme all’ammoniaca, vengono denominati inquinanti primari, ovvero composti che, interagendo con altri inquinanti presenti nell’aria (oltre che con la luce solare, ossigeno, ecc..), generano ulteriori composti, denominati secondari.
Il terzo ha approfondito l’analisi della composizione chimica del particolato in due periodi (pre lockdown elockdown) rispetto agli anni 2019 e 2020.
Quello che è però emerso è sì una diminuzione degli inquinanti dovuti al traffico, ma si è registrato purtroppo anche un aumento di particolato proveniente dall’utilizzo di impianti di riscaldamento domestico (dovuto ad un maggiore confinamento in casa delle persone).
Inoltre, la componente costituita dall’ammoniaca (NH3) è rimasta invariata.
Gli inquinanti secondari invece, non mostrano variazione.
In sostanza, la riduzione di una parte degli inquinanti non basta per ottenere una variazione apprezzabile di particolato secondario.
Le azioni di miglioramento da intraprendere dovranno riguardare attività che concorrono a produrre gli inquinanti primari, in particolare agricoltura, traffico, attività industriali.
Allora, in questo modo, potremo mirare ad un tentativo di riduzione dell’inquinamento a vantaggio della comunità.
Anche per queste tematiche noi di EB SICUREZZA E AMBIENTE siamo a disposizione.
Per approfondimenti si rimanda al link: